Materiali trasparenti per le protezioni di sicurezza
In questi ultimi anni, nelle aziende, la scelta di utilizzare protezioni di sicurezza trasparenti nei propri macchinari va di pari passo con la ricerca di uno standard estetico, un design elegante, che riesca ad integrare armonicamente l’interno e l’esterno della macchina.
Tuttavia, la trasparenza non è per tutti, infatti, ci sono settori dove le condizioni di sicurezza non lo permettono, basti pensare alle aziende che utilizzano il taglio al laser, pericoloso per gli occhi e per la pelle dell’operatore.
Dunque, quale trasparenza posso utilizzare nella mia macchina?
Distinguiamo e ci concentriamo sulle protezioni realizzate in materiale plastico e materiale amorfo (vetro).
I materiali plastici hanno diverse caratteristiche: vantano leggerezza e flessibilità, tuttavia, sono sensibili al graffio e all’ingiallimento nel corso del tempo.
Più nel dettaglio, ogni tipologia di materiale plastico ha una specifica proprietà meccanica, la cui scelta dipende dalla finalità d’utilizzo. Distinguiamo perciò tra:
Policarbonato compatto: ha una forte resistenza all’urto e, se richiesto con protezione UV, è utilizzabile anche all’esterno (disponibile in spessori da 2 a 15 mm).
PETG: ha caratteristiche che lo rendono idoneo per il contatto alimentare; tuttavia, a differenza del policarbonato, non si può utilizzare a contatto con i raggi solari.
PMMA: colato o estruso, ha poca resistenza all’urto, presenta una superficie più dura del policarbonato, il che lo rende meno aggressivo ai graffi ed è utilizzabile a contatto degli alimenti.
I materiali amorfi hanno altrettante caratteristiche: mantengono a lungo le loro condizioni fisiche ed hanno una superficie dura al graffio, però, sono rigidi e pesanti.
Vetro stratificato: è realizzato inserendo in mezzo a due lastre di vetro un materiale plastico, generalmente PVB (polivinilbutirrale), che mantiene il vetro saldo in caso d’urto.
I prodotti tipicamente utilizzati per le protezioni sono il 3+3 oppure il 4+4.
Vetro Temprato: è prodotto a partire dal processo di tempra, che prevede diversi passaggi: dopo aver riscaldato in forno caldo (> 640°C) il materiale, quest’ultimo viene raffreddato esteriormente molto velocemente, mentre la parte interna rimane più calda. Questo procedimento garantisce maggior resistenza alla rottura (6-7 volte di più), miglior resistenza all’urto ed alla flessione.
Tipicamente utilizzati per le protezioni spessori di 8 o 10 mm.
Vetro stratificato e temprato: si tratta della combinazione delle precedenti tipologie, quando si richiede che il vetro sia contemporaneamente rigido e non frantumabile.
Tipicamente utilizzati per le protezioni il prodotto 4+4 e il 5+5.
Quale materiale posso utilizzare?
- Macchinari con agenti aggressivi (per es. smalti, vernici...): vetro
- Macchine per il confezionamento prodotti alimentari: PETG (per contatto diretto)
- Macchine con possibili proiezioni di pezzi meccanici: policarbonato e vetro
- Macchine che producono fonti di calore superiore a 80°: vetro temprato e stratificato
- Solo protezione esterna, bordo macchina: policarbonato (su richiesta anche metacrilato)
- Macchine in ambiente sterile: vetro temprato
Trasparenza | Piegatura a freddo | Piegatura a Caldo / Termoformatura | Lavorabilità "a banco" | Resistenza all'urto | Resistenza al calore | |
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Policarbonato | * | *** | ** | *** | *** | * |
PETG | * | *** | ** | *** | ** | * |
PMMA | ** | * | *** | ** | * | * |
Vetro stratificato | *** | no | ** | * | ** | *** |
Vetro temperato | *** | no | ** | * | ** | *** |
Vetro stratificato + temperato | *** | no | * | * | *** | *** |